Le realtà aziendali, specialmente negli ultimi tempi, sono alla continua ricerca di metodologie ben specifiche che consentano loro di monitorare progressivamente e in tempo reale la loro situazione, nonché l’evolversi del business. Pertanto, uno degli strumenti più utilizzati a tal fine è l’Analisi SWOT. Perché tale procedura si rende indispensabile, soprattutto per le startup?
Uno dei motivi principali che guida le nuove aziende appena inseritesi sul mercato è quello che porta alla necessità di valutare i punti di forza, le debolezze, le opportunità future e le minacce dei progetti aziendali che si ha intenzione di perorare. Entrando più nello specifico, cos’è l’Analisi SWOT, quali sono i suoi vantaggi e i suoi limiti, come funziona e quali sono i criteri che si valutano per effettuarla nel migliore dei modi? Cerchiamo di fare chiarezza in merito a questo specifico argomento, fornendo una breve ma dettagliata panoramica su ciascun quesito.
Cos’è l’Analisi SWOT
L’Analisi SWOT è uno strumento facente parte della pianificazione strategica di un’azienda: il suo nome proviene da un acronimo (Strengths, Weakness, Opportunities, Threats), il quale descrive chiaramente le 4 variabili che un’azienda valuta prima di avviare un determinato progetto.
La sua storia è abbastanza recente e deriva dagli studi effettuati da un economista, Albert Humphrey, il quale volle a tutti i costi analizzare i perché dietro alle battute d’arresto delle sue strategie aziendali. Pertanto, ideò una vera e propria linea di studio che gli permetteva di isolare perfettamente le caratteristiche che portavano la sua realtà aziendale al fallimento, tenendo conto dei fattori interni ed esterni che concorrevano a tali cattivi esiti.
A Cosa Serve
Cosa fa in maniera pratica l’Analisi SWOT? Sostanzialmente, si applica attraverso il raggruppamento di dati elaborati in un intervallo di tempo ben preciso, appartenenti a qualsivoglia settore di un’azienda, includendo nella statistica le sue condizioni in funzione del contesto territoriale nel quale è immersa. Questa procedura non è fine a sè stessa e non viene impiegata solamente nelle primissime fasi di una startup, ma viene utilizzata ogni qual volta si intende valutare il progresso che l’azienda sta facendo nel corso del tempo. Ad ogni modo, anche questa procedura cela in sè alcuni vantaggi e limiti: quali?
Vantaggi e Limiti
Un primissimo vantaggio che questa tipologia di strategia aziendale porta con sè è sicuramente l’aiuto che è in grado di fornire all’azienda nel determinare una strategia aziendale che sia congrua alle esigenze e alle ambizioni dell’azienda stessa. In altre parole, tramite una strategia ben delineata, gli obiettivi prefissati risulteranno essere più facili da raggiungere.
Inoltre, essa consente una profonda analisi non solo delle strategie intraprese, ma anche del contesto nel quale l’azienda opera, cosa che permette di incrementare l’efficienza produttiva. Oltre a ciò, è chiaro che, attraverso un’analisi dettagliata, il personale professionista facente parte dell’azienda in questione riesce ad optare per una strategia piuttosto che per un’altra in modo tempestivo e soprattutto unanime.
Tuttavia, a fronte di tutti questi vantaggi, è doveroso specificare che l’Analisi SWOT possiede anche degli svantaggi: innanzitutto, essa cela il rischio di descrivere l’operato dell’azienda e i suoi obiettivi in modo troppo banale o generale, non permettendo un’analisi approfondita.
Inoltre, uno dei parametri che un’analisi deve soddisfare per poter essere d’aiuto è l’oggettività: l’Analisi SWOT, spesso e volentieri, corre il rischio di non rappresentare i dati che raccoglie in maniera oggettiva, descrivendoli secondo il parere e le valutazioni del team che opera al suo interno. Va da sè che questa possibilità comprometta la riuscita della procedura nonché la sua reale funzionalità.

I Fattori Valutati nell’Analisi SWOT
Una volta analizzati il significato e i pro e contro dell’Analisi SWOT, analizziamo nel dettaglio i 4 criteri che essa valuta.
Punti di Forza
Un primo fattore ad essere valutato descrive la S dell’acronimo, ovvero i punti di forza (Strenghts): tale criterio valuta non solo l’organizzazione aziendale, ma anche la reale produttività del personale. Da cosa possono essere rappresentati i punti di forza? Essi possono essere brevetti, prodotti, servizi offerti, abilità, competenza del personale, conoscenza dell’argomento, livello di reputazione o fama, riconoscibilità del brand e soddisfazione del cliente che in gergo tecnico viene definita come Customer Care.
Per valutare i punti di forza, è possibile effettuare un auto-esame volto a capire i motivi per cui l’azienda spicca sul mercato, quali sono i suoi vantaggi, cosa viene apprezzato dai clienti e quali sono le risorse umane che rappresentano dei punti chiave dell’azienda.
Punti di Debolezza
La W dell’acronimo valuta l’esatto contrario, ovvero i punti di debolezza (Weakness). La valutazione è molto simile a quanto accade per i punti di forza, ma ad essere valutati sono la scarsa competitività, la mancanza di motivazioni, le fasce di prezzo eccessivamente elevate, la mancata leadership, l’assenteismo del personale e così via. Tale valutazione è finalizzata al miglioramento di questi punti, in modo da accrescere la fama dell’azienda intervenendo su aree specifiche che necessitano di un ritocco a livello di qualità e risorse.
Opportunità
Il terzo criterio è il complesso delle opportunità (Opportunities), le quali rappresentano l’insieme dei fattori esterni, come le opportunità legate ad eventuali finanziamenti, a collaborazioni, all’implementazione di nuove tecnologie o alla cancellazione delle barriere commerciali: insomma, tutte quelle speciali modifiche rimaste insoddisfatte.
Minacce
Il quarto criterio analizzato è rappresentato dalle minacce (Threats): esse rappresentano sostanzialmente tutte le possibilità che un’azienda ha di fallire sul mercato a causa di fattori socio-economici, politici e ambientali che possono rappresentare seri pericoli. Alcuni di essi sono il tasso di disoccupazione, l’instabilità dei mercati, l’incertezza politica e così via. In ogni caso, una delle minacce dalle quali l’azienda ha l’impellente necessità di salvaguardarsi non è altro che la concorrenza, la quale potrebbe surclassarla qualora non rispettasse alcuni standard.
Pertanto, onde evitare che tali minacce affossino l’operato aziendale, è bene che la startup inizi a conoscere bene anche i competitor, ovvero coloro che si pongono come concorrenti nello stesso settore, in modo tale da individuare i loro punti deboli e usarli per renderli punti di forza della propria azienda.
Come Fare un’Analisi SWOT
La domanda che sorge spontanea a questo punto è: quali sono i vari step di un’Analisi SWOT?
L’importanza di suddividere in fasi un’Analisi SWOT è presto detta: tramite tale classificazione è possibile condurla in maniera accurata, efficiente e chiara, in modo tale da farle assumere un ruolo cruciale nella valutazione delle strategie aziendali.
1. Creazione di un team di lavoro efficiente
Un primissimo step include l’ideazione di un team di lavoro, composto da 4 o 5 membri del personale, attraverso il quale individuare le aree che devono essere protagoniste dell’analisi. È importante che tali persone siano razionali, lucide, precise e imparziali nella valutazione aziendale, affinché essa possa essere d’aiuto e non rappresentare un ulteriore ostacolo.
2. Decisione dell’obiettivo primario dell’analisi
Dopo aver definito il gruppo di lavoro, non resta che chiarire l’obiettivo dell’Analisi SWOT: quali sono le macro-aree da analizzare? Questo procedimento passa dall’acquisizione dei dati dell’area che si decide di studiare, in modo da tenere sott’occhio le caratteristiche utili per individuare gli eventuali miglioramenti applicabili.
3. Stilare una lista sui punti di forza (Strenghts)
Il terzo step prevede l’attuazione dell’acronimo in sè, la quale inizia con l’esaminare i punti di forza, gli aspetti positivi che rendono l’azienda appetibile sul mercato.
4. Identificare le debolezze (Weakness)
Oltre ai punti di forza, è necessario analizzare quelle che sono le debolezze dell’azienda, ovvero le mancanze. Questo lo si può fare mediante delle domande atte ad auto-esaminare la reale situazione aziendale per identificare ciò che manca all’azienda.
5. Individuare le opportunità (Opportunities)
Quali potrebbero essere le opportunità da sfruttare? Il team di lavoro preposto dovrà analizzare alcune delle possibilità integrabili nella struttura dell’azienda, tenendo sempre conto dei fattori esterni.
6. Definire le minacce (Threats)
Esattamente come le opportunità, anche gli scenari negativi devono essere identificati, in modo tale da cercare di evitare la compromissione dello sviluppo aziendale e l’annullamento di tutto il lavoro fatto fino a quel momento.
7. Identificare gli obiettivi
Una volta chiariti i 4 criteri valutativi, si ultima l’analisi identificando gli obiettivi da raggiungere e le strategie per farlo, facendo sì che siano realmente raggiungibili in breve/medio termine.
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