La exit strategy è uno dei concetti più importanti di cui tenere conto in ambito startup. Di seguito, perciò, passeremo in rassegna i punti principali di questo concetto, così da fornire gli strumenti principali per iniziare a ragionare sull’importanza di avere una exit strategy per la vostra startup.
Cos’è una Exit Strategy: Significato e Definizione
Il termine exit strategy tradotto letteralmente significa “strategia di uscita“. Comprende tutta una serie di strategie che gli startupper e gli investitori che hanno deciso di investire sulla startup mettono in atto per riguadagnare gli investimenti spesi nella fase iniziale. Nel fare ciò, decidono di cedere la società, o parte di essa, ad un’altra azienda, guadagnando così sulle quote da loro possedute.
Data la sua importanza, è necessario delineare perciò la exit strategy sin dall’inizio, tenendo comunque presente che non ne esiste una sola tipologia, ma che questa può assumere caratteristiche diverse in base al contesto.
Come Funziona
Se, come detto in precedenza, la exit strategy permette ai finanziatori o agli startupper di cedere la società, o una parte di essa, è bene comunque ricordare che in realtà questa strategia non rappresenta soltanto una mossa da attuare in situazioni negative, come quella in cui si deve attuare un piano strategico per limitare delle perdite economiche.
La exit strategy può avere anche connotazioni positive, legate al desiderio di vendere azioni per ottenere un importante ritorno economico. Questo avviene perché spesso la decisione da parte dell’imprenditore di vendere la propria società a un’altra azienda, coincide con il raggiungimento di importanti obiettivi di profitto, in seguito ai quali la startup è pronta a diventare una scaleup.
In base a quanto detto, può quindi risultare necessario applicare una exit strategy quando:
- si vuole eseguire un investimento nel momento in cui sono stati ampiamente raggiunti gli obiettivi di profitto;
- si vuole cedere il controllo dell’attività;
- si desidera chiudere il proprio business.
Ciò che è bene sapere a proposito del suo funzionamento è che non è possibile pianificare con esattezza una exit strategy, essendoci innumerevoli fattori che possono influire sul suo funzionamento. Un consiglio a tal proposito, nella fase di pianificazione, è di analizzare la strategia di exit dei competitor, per avere dei punti di riferimento su cui orientarsi.
L’Importanza della Exit Strategy per una Startup
La exit strategy non deve essere vista come un punto d’arrivo, ma come una bussola da seguire. Da qui tutta l’importanza che ricopre per gli startupper e gli investitori. Bisogna inoltre tenere conto del fatto che gli investimenti in equity effettuati da parte degli investitori non sono in realtà dei prestiti, motivo per cui è necessario impostare sin da subito una strategia affinché ci sia profitto e quindi un ritorno economico, attraverso il capitale che viene venduto.
Avere una exit strategy delineata già dalla fase di sviluppo della startup è perciò importante in quanto permetterà di arrivare preparati alla fase in cui la startup. da piccola impresa, passerà ad essere un’azienda autosufficiente, con tutte le decisioni che questo comporta, come quella appunto di vendere o meno la propria società a un’altra azienda.
Inoltre, avere una exit strategy ben delineata è importante anche per altri motivi: questa potrebbe essere la soluzione giusta anche in casi che non avevamo preventivato, come dei problemi di salute, un’importante recessione economica o offerte che non ci aspettavamo.
È importante quindi pianificare la propria exit strategy e inserirla all’interno del proprio business plan, non soltanto tenendo conto dell’eventuale vendita del proprio business, ma anche di altri eventi che possono accadere durante il normale corso di gestione della propria startup.

Tipologie di Exit Strategy
Esistono diverse tipologie di exit strategy, in base al modo in cui si decide di cedere le quote della propria società.
Acquisizione
L’exit strategy più diffusa in assoluto è l’Acquisizione, che consiste nella vendita della startup ad un’atra società, che la acquista principalmente con lo scopo di acquisirne il know-how, eliminando allo stesso tempo un potenziale competitor. È data comunque, alle persone interne alla startup, la possibilità di continuare a lavorarci, venendo però gestite da un’azienda diversa.
M&A: Fusione e Acquisizione
La seconda tipologia è la M&A: Merge and Acquisition, ossia Fusione e Acquisizione. In questo caso, più che di una vera acquisizione, si tratta di una fusione tra le due società, dove una startup più piccola entra a far parte di un’azienda più grande. In questo caso l’obiettivo, sia per la startup che per l’azienda, è di aumentare la propria competitività sul mercato.
IPO
Anche la IPO, Offerta Pubblica Iniziale, è una delle exit strategy più diffuse: in questo caso non si tratta di acquisizione ma di vendita. Una volta che la startup ha raggiunto la propria maturità, può entrare all’interno del mercato azionario e vendere quindi le proprie azioni ad investitori terzi.
Acqui-Hires
Acqui-hires deriva dall’insieme di acquisition (acquisizione) e hires (assunzioni). In questo caso, l’azienda che acquista la startup è più interessata al team e alle sue competenze, piuttosto che all’azienda e al suo prodotto. Come conseguenza, dopo l’acquisizione, è possibile che il personale venga spostato in un’altra azienda o che la startup cessi completamente la sua attività principale.
Exit Strategy in Caso di Fallimento o Bancarotta
Si ha infine exit strategy negativa in seguito al fallimento e alla bancarotta, oppure nessuna exit strategy, nel momento in cui i fondatori prendono la decisione di mantenere il controllo totale sulla propria startup, non retribuendo così gli investitori o ripagandoli personalmente nel caso in cui l’attività generi profitti consistenti.
Quando Si Usa la Exit Strategy
Come abbiamo visto, la exit strategy è una risorsa utile non soltanto per uscire da eventi negativi, ma anche e soprattutto per dare nuova vita alla nostra startup nel momento in cui ha raggiunto la fase di maturità e si è pronti ad aprire un nuovo capitolo, a fianco di una nuova azienda.
Non si può essere certi sin dal principio di quale sarà il momento in cui utilizzeremo la exit strategy: pianificarla fin dall’inizio ci aiuta però a capire in che direzione stiamo andando, attraverso un piano di successione aziendale che possa servire da guida sia nei momenti negativi che in quelli positivi.
Esempi di Exit Strategy
Di seguito riportiamo due esempi di startup che hanno saputo mettere in atto exit strategy in grado di potenziare ulteriormente le aziende:
- La startup Deus Technology è leader del settore Fintech in Italia. Nella strategia di uscita subentra nel 2018 Gellify, piattaforma di innovazione con lo scopo di connettere startup B2B tecnologiche con aziende tradizionali, acquisendone piccole quote (4%). Grazie a questa exit, nel 2019 Deus Technology viene acquisita interamente da Engineering, che compra la startup per 30/40 milioni di euro.
- Infine Runtastic, app che permette di tenere traccia della propria attività sportiva, nel 2015 contava oltre 140 milioni di download. Grazie alle sue statistiche di utilizzo, nello stesso anno Adidas prende la decisione di acquistarne il 50,1%, per un totale di 220 milioni di euro, e di integrarla all’interno delle sue applicazioni.
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